Se ti è arrivata una cartella di pagamento, resta tranquillo: non esiste un italiano che non abbia ricevuto delle cartelle esattoriali nella sua vita.
Questo non vuol dire che bisogna sottovalutare la situazione, sebbene è sempre possibile difendersi dalla cartella esattoriale notificata dall’Agenzia Entrate Riscossione, ciò può avvenire in determinati casi.
Siamo sicuri che molti troveranno utile i vari consigli che abbiamo messo insieme su come presentare ricorso e come bloccare l’eventuale pignoramento.
Si tenga conto che, quando arriva la cartella di pagamento è quasi sempre troppo tardi per contestare il merito della richiesta, per chi sostiene che una tassa non sia dovuta o sia stata già pagata o debba essere pagata da altri deve opporsi alla precedente intimazione di pagamento inviata dall’ente titolare del credito (il Comune, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps, la Regione, etc.).
Ciò nonostante esistono delle cause per contestare la cartella di pagamento, cause che di solito si riferiscono a vizi di forma tra la notifica dell’accertamento fiscale e la cartella.
Vi rientrano la decadenza, la prescrizione, la mancata notifica dell’atto prodromico, la mancata indicazione della causale della cartella o del responsabile del procedimento o dei criteri di calcolo degli interessi.
Per opporsi e contestare la cartella di pagamento esistono dei termini di legge, ma questi valgono solo nel caso di ricorso al giudice, una richiesta di sgravio in autotutela può essere in teoria fatta in qualsiasi momento. Ma per e bloccare la cartella esattoriale il contribuente ha parecchie armi in suo possesso, deve solamente sapere come utilizzarle.
A tal proposito si consiglia di rivolgersi al un esperto nel settore (meglio un avvocato tributario), per poter continuare a vivere sereni.

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