Secondo un docente esperto in fisco la risposta è “NO” diversi sono i motivi: bisogna essere attenti a pagare entro la scadenza fissata, altrimenti verrà annullato il rateizzo, inoltre i benefici sono più alti per le cartelle più vecchie e queste, spesso, sono andate in prescrizione. Facendo la richiesta si rinnoverebbe la pendenza e sarà quindi obbligatorio versare soldi non più dovuti. Infine, sottolinea il nostro esperto, i rischi concreti che l’Agenzia Entrate e Rottamazione possa mettere all’asta la casa, ottenere un fermo amministrativo o trattenere parte di uno stipendio sono inferiori nella realtà a quanto percepito dalle persone. Converrebbe aderire all’agevolazione solo se si devono importi bassi e solo se si è sicuri di pagare per tempo le rate. A fronte di una parola “rottamazione” che fa pensare a chissà quale benefici, in realtà questi sono molto contenuti e riguardano solamente le sanzioni e gli interessi di mora. Il problema è che nel giro di pochissimi mensilità bisognerà pagare la maggior parte del debito, solitamente chi non paga le cartelle lo fa perché non ha soldi e non può addirittura sostenere una normale rateizzazione. In sostanza questa agevolazione è un’arma a doppio taglio, che consigliamo a pochissimi, solo a chi facendo i conti ha i soldi per pagare. Da qui nasce il paradosso secondo il quale il debito prescritto tornerebbe in vita: «Le cartelle che se rottamate hanno un effettivo risparmio sono quelle più vecchie, vicine al 2000. Nella maggior parte dei casi sono però andate in prescrizione. C’è quindi il paradosso che abbiamo uno sconto più forte solo là dove il debito non è più esistente perché prescritto». Sulla questione, è meglio chiarire il perché: Agenzia Entrate e Rottamazione si basava fino allo scorso autunno sull’assunto che la prescrizione fosse di 10 anni perché veniva riconosciuta un’analogia tra l’emissione di una cartella e una sentenza. A sezioni riunite, però, la Cassazione ha chiarito che la sentenza è una cosa, la cartella è un’altra. Semmai è assurdo che servano le sezioni riunite per stabilire un problema così semplice! Inoltre il rischio di vedere la casa all’asta o una trattenuta di una parte dello stipendio non è così reale come in tanti pensano… Spesso si sente parlare di spiacevoli situazioni, questo perché nell’immaginario collettivo, l’Agenzia Entrate e Rottamazione è un problema terribile che toglie il sonno la notte, ma in realtà non è così… Avere un debito con Agenzia Entrate e Rottamazione non comporta particolari problemi per un cittadino, in quanto non è possibile procedere al pignoramento dell’immobile se il debito non è di almeno 100mila euro ed è necessario che questo immobile non sia l’unico di proprietà della persona e che non venga utilizzato come prima abitazione. In caso di debiti inferiori è possibile che venga iscritta ipoteca, ma nessuno toccherà mai l’immobile. Anche per quanto riguarda lo stipendio, i lavoratori dipendenti che percepiscono fino a 2500 euro al mese di stipendio hanno la possibilità di veder pignorata la retribuzione al massimo del 10%. Per quanto riguarda i fermi amministrativi, l’Agenzia Entrate e Rottamazione può procedere al fermo, ma spesso questo non viene comunicato e in quel caso è difficile potersi adeguare a qualcosa di cui non si è a conoscenza, conclude il nostro esperto.